Comfort zone: quando restare al sicuro ti rovina la vita
La "comfort zone" o “zona di comfort” è, per definizione, un territorio che conosci bene e dal quale, pertanto, sai cosa aspettarti.
Non è un territorio in senso fisico, ma piuttosto un luogo interiore, un modo di essere che ti trattiene sempre dentro la stessa storia. Quale? Quella dove non corri alcun rischio né devi affrontare la fatica di cambiare.
E non importa se la storia che ti riguarda è piena di crisi, paure e frustrazioni, o se ti tiene incagliato in situazioni poco edificanti; quello che conta è che sai già come va a finire, così rimani protetto dall'ignoto e dai suoi misteriosi pericoli.
Qualcuno si lamenta della propria storia e manifesta il desiderio di un finale diverso, sperando magari che quella certa persona, quella certa dinamica, prima o poi cambi; ma alla fine non cambia mai niente e la trama del film si ripete a oltranza.
Come mai? Non è perché sei vittima degli eventi o c'è un destino che non puoi cambiare, ma è perché fai di tutto per restare dentro la comfort zone, dentro il sentiero già tracciato dalla tua esperienza, a prescindere che si tratti di un sentiero dove abbonda la gioia o, viceversa, il dolore e la frustrazione.
Il tuo cervello non bada, più di tanto, al tipo di emozione che provi. Anzi, lui usa le emozioni in funzione del suo più grande obiettivo: quello di farti sopravvivere e tenerti al sicuro, ossia tenerti là dove sei sopravvissuto fino a oggi. È questo il suo "comfort".
Così, quando provi a uscire da quella “comodità”, da quella zona conosciuta, quando cioè ti confronti con qualcosa di nuovo, e magari corri dei rischi e scommetti su di te, ecco che arriva lo smarrimento, lo stress, il panico.
Fuori dalla comfort zone è tutto estremamente rischioso: potresti incorrere nel dolore del rifiuto, nel pericolo del fallimento, e l'immagine idealizzata che hai di te potrebbe schiantarsi contro una dura realtà.
Chi ti amerebbe allora? Chi si occuperebbe di te? Per il tuo cervello questo significa rischio mortale! Allora fa di tutto per impedirti di cambiare.
Ti sembra così strano? In realtà tutto ha molto senso, se sei un bambino: non puoi certo rischiare di essere abbandonato dalla tua famiglia e di esporti a pericoli che non puoi gestire. Il tuo sistema nervoso e la tua personalità si strutturano in una modalità che funziona quando sei piccolo, ma che può rovinarti la vita, quando diventi adulto.
La zona di comfort è alla base degli atteggiamenti di evitamento, della procrastinazione, dell'auto-boicottarsi e delle dipendenze di vario tipo, dal gioco d'azzardo al cibo e alle droghe. Le dipendenze, infatti, attecchiscono sempre dove cerchiamo un modo per evitare il dolore e la fatica, e di gratificarci il più possibile nell'immediato.
Il vero problema della comfort zone è il fatto che la maggior parte delle persone ignora di averne una… e così, senza realizzare il vero motivo, sceglie di restare al sicuro, di non affrontare la fatica del cambiamento, di giustificare tutto con mille ragionamenti, invece di ascoltare la chiamata dei propri sogni, i quali si trovano sempre oltre i confini della comfort zone.
Ecco che qualcuno crede di avere il “difetto” della pigrizia, della stanchezza, della mancanza di focus o di perseveranza, crede di non avere motivazione, di non avere la forza, di essere troppo emotivo… e non si accorge che è tutto orchestrato dal suo cervello, dalla sua personalità, per tenerlo dentro la zona di comfort.
La personalità, in alleanza con il cervello, gestisce le energie del corpo e, pur di impedirti di lasciare la zona conosciuta, può innescare sintomi che vanno dalla stanchezza fisica fino agli attacchi di panico e agli auto-sabotaggi più assurdi. Non solo, riesce anche ad attirare magneticamente nella tua realtà tutto ciò che può renderti difficile, se non insopportabile, l'idea del cambiamento o del rischio.
La comfort zone spiega anche perché continuiamo ad accettare situazioni stressanti e al limite della sopportazione; è perché siamo terrorizzati da ciò che possiamo trovare al di là del nostro orizzonte.
Ci diciamo che non abbiamo scelta, ma la verità è che non abbiamo scelta, solo se ci rifiutiamo di cambiare, di esporci, di rischiare, di esplorare, in altre parole solo se restiamo nella comfort zone.
In quella zona, è vero, ci sono poche opzioni e la storia che viviamo ha già il suo copione scritto. Per generare una storia diversa, bisogna andare oltre.
Qualcuno osserverà che, in fondo, cercare di sentirsi al sicuro non è poi così sbagliato. Certo che non lo è. Uscire dalla zona di comfort, infatti, non vuol dire che ti butti allo sbaraglio. Buon senso e strategia ben vengano, sempre!
Uscire dalla zona di comfort vuol dire, però, non lasciare che le tue scelte siano condizionate dal bisogno di sicurezza, che spesso è l’altra faccia della paura. Quando si fanno scelte basate sulla paura, prima o poi si paga un prezzo amaro.
Occorre invece sfidare i propri limiti, mettersi alla prova, evolvere, imparare ad ascoltare una voce più grande, quella dell’anima, quella della propria energia vitale.
Come si fa? Come si esce dalla zona di comfort?
Ovviamente il discorso è ampio e variegato, e non si può esaurire in un post. Non di rado, serve un percorso e magari anche l’aiuto di un coach. un terapeuta.
Il primo passo, in ogni caso, è quello che ti invito a fare con questo articolo: diventare consapevoli della zona di comfort e dei suoi meccanismi.
Smetti di giustificare con scuse di ogni tipo i tuoi atteggiamenti di evitamento e di mancanza di focus, ma riconoscili per quello che sono: sintomi del fatto che una parte di te fa di tutto per rimanere al sicuro ed evitare lo stress del cambiamento.
Già questa consapevolezza ti restituisce potere e, spero, anche un atteggiamento meno critico nei tuoi confronti.
Non hai nulla che non va in te; devi solo riconoscere che il tuo corpo e il tuo cervello stanno cercando di salvarti da quello che pensano essere un pericolo mortale: uscire dai binari del conosciuto. Non vogliono che tu cambi ambiente, credenze, abitudini. Non vogliono che tu cambi te stesso allora, quando ci provi, te lo rendono difficile, ti creano l’inferno. Ma è normale che si comportino così: sono stati progettati in questo modo.
Tu, però, sei molto più del tuo corpo, del tuo cervello, delle tue emozioni e della tua personalità. Sei molto più della mente che parla e cerca giustificazioni.
Tu sei un'anima, sei un'energia di amore che pervade la materia e sta imparando a governarla, per condurla dal buio alla luce, dal caos all’ordine.
Allora, il punto della questione diviene: vuoi o no diventare chi sei? Vuoi o no uscire dai confini della tua biologia e delle storie conosciute, per costruire una storia diversa, quella che vuole il tuo “io” più grande, e non quella che detta la paura?
Se lo vuoi veramente, un modo lo trovi: non accetti scuse, ti rialzi se cadi, cresci, sperimenti, impari... Non ti fermi fino a quando diventi più forte dei tuoi stessi ostacoli, fino a quando la materia della tua personalità è sotto il tuo potere di plasmarla.
Volerlo non te lo renderà meno faticoso, ma te lo renderà possibile. Ogni volta che sentirai la resistenza dell'uscire dalla zona di comfort, saprai che sei davanti a un bivio: restare dentro la solita pelle e le solite abitudini o affrontare l'attrito e i mostri del cambiamento.
Non si tratta tanto di combattere “contro” di te e i tuoi limiti, quanto di scegliere di manifestare la tua natura divina, che è quella di abbracciare la materia, trasmutandola da limite, da prigione, a strumento di amore e consapevolezza.
La buona notizia è che non devi fare tutto e subito. La zona di comfort si può affrontare in modo graduale. Un cambio di lavoro, un percorso per rafforzare il tuo carattere, la ricerca della tua missione animica, un nuovo stile di vita... cominciano tutti con un passo alla volta.
Passo dopo passo, educhi il tuo cervello e il tuo corpo in modo che si adattino gradualmente alla nuova modalità, quella dove oggi sei adulto e non più bambino.
Allora, alle domande "Chi ti amerebbe? Chi si occuperebbe di te?", sai come rispondere: "Lo faccio io. Io mi amo. Io mi occupo di me. E io gestisco le mie sfide, scelgo gli alleati, metto in moto il cambiamento e così sopravvivo o, meglio, vivo alla grande".
Camilla Ripani
Life Purpose Coach
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